Punta Parrino
Difficoltà: media
Prof.: 25/33 mt.
Sul versante Est dell’isola, a dieci minuti di navigazione dal porto, e proprio sotto il costone che ospita la pista dell’aeroporto ci apprestiamo ad effettuare l’immersione. Come Capo Grecale l’immersione di Punta Parrino vista la lunghezza e la profondità ,viene divisa in due tuffi: Punta Parrino Nord e Sud. P.P.Nord:
quasi attaccati alla costa e su un gradino profondo poco più di 4 metri ci si tuffa dalla barca, senza che questa faccia l’ormeggio, poiché l’immersione si effettua in corrente. Nuotiamo per una decina di metri sul suddetto gradino, in direzione Nord, fino a raggiungere il margine di una parete che ci permette un tuffo a trenta metri in un intenso blu. Una volta sul fondo, dopo avere attraversato nuvole di castagnole e di mope, continuiamo a nuotare verso Nord fino ad un grande masso poggiato sulla sabbia e sempre circondato da favolosi branchi di saraghi e da qualche piccola cernia che pascola nei dintorni. Qui ci stacchiamo di qualche metro dal fondo (siamo a circa 35 mt.) per evitare di superare la curva di sicurezza ed entrare in deco, ed effettuando una virata di 45° verso Sud, sorvoliamo per una ventina di metri una piccola distesa di poseidonia, fino a raggiungere una franata di massi che nasconde un ancora bizantina ancora intatta, ma le sorprese non sono ancora finite. Dirigiamoci adesso verso Est e nuotiamo lentamente per non spaventare le grosse cernie che spesso dimorano nella tana sul pianoro sotto di noi. Dopo averle ammirate per qualche minuto e dopo circa 40 minuti di immersione, prima di consumare le 80 atmosfere che ancora abbiamo in bombola iniziamo la nostra risalita, fino ad un altro pianoro a 10/12 metri di profondità, dove troviamo ad aspettarci la nostra barca, qualche minuto in sosta di sicurezza e su a bordo.
P.P Sud: diversamente dal tuffo a Nord, quello a sud si effettua ad imbarcazione ormeggiata. Il tuffo è adatto a subacquei più tranquilli, inizia su di un pianoro intorno ai 10/12 metri di profondità, da qui ci dirigiamo verso Est e dopo aver costeggiato la parete alla nostra destra, ci tuffiamo su un fondo dove poggiano dei grossi massi, gli stessi che nascondono, come nella precedente immersione, l’ancora bizantina. Anche qui se siamo fortunati ammiriamo le cernie che risiedono nella tana sul pianoro sotto di noi. Continuiamo a nuotare spostandoci verso sud come a formare un grande cerchio e ci troviamo davanti ad un anfiteatro sui trenta metri, davanti al quale dei grossi massi possono offrire riparo a cernie, scorfani e dotti. Da li iniziamo la risalita fino ad una suggestiva prateria di poseidonia che sorvoleremo fino a raggiungere il punto da dove siamo partiti incontrando qua e la, polpi, sciarani e tantissime castagnole.